lunedì 26 gennaio 2009

La realtà?

Quando si interpreta un tema natale, oroscopo, il consultante ritiene che vi sia un legame fra gli astri al momento della nascita e la propria vita. A dire il vero anche la maggior parte degli astrologi ritiene questo, ma sono affermazioni non scientificamente spiegabili, non si può, almeno sino ad oggi, misurarne la veridicità.

Per l’astrologo e il consultante si aprono due strade per motivare la validità dell’Astrologia:

- Approccio a una dinamica di causa/effetto
- Spiegazione tramite l’inconscio collettivo junghiano.

Fermo restando che ognuno può credere quello che ritiene meglio, lo scettico può però sempre dire sono affermazione senza base scientifica. Bene, non è un nostro problema, dico io.

L’uomo può costruire delle strutture, delle credenze, che permettono di interpretare la realtà, quindi l’Astrologia può diventare una struttura, una credenza, un metodo, un linguaggio che può reinterpretare la realtà, la vita di un soggetto. Le scienze quando creano un sistema: euclideo, fisica quantistica, ecc… costruiscono un metodo di interpretazione della realtà. Le regole che vengono poi utilizzate per dimostrare la bontà del metodo sono dedotte all’interno del metodo stesso è, quindi, un circolo vizioso, è tautologico.

L’astrologo deve puntare, quindi, non tanto a cercare di dimostrare la validità scientifica del metodo, ma utilizzarlo e evidenziarne l’utilità pratica.

Quando un astrologo interpreta un oroscopo assieme ad un consultante utilizza la carta del cielo come un mezzo per comunicare alternativo, in cui entrambi credono e che permette la costruzione di un reticolo interpretativo, ovvero di una realtà diversa da quella che si vede solitamente.
E’ come se si riscrivesse la propria storia da un altro punto di vista, simbolico, mitologico, astrologico.

Immaginiamo l’uomo come la nostra terra vista dallo spazio, con mari, monti, ecc… e sopra di essa poniamo una nuova cartina geografica che funge da copertura del mondo “reale”, in cui le nazioni, i mari, vengono chiamati diversamente. La parola “reale” è volutamente messa tra virgolette poiché nulla è reale in senso assoluto, ma sempre secondo il punto di vista che si utilizza per scrutarlo. Con ciò non si nega l’esistente, ma si afferma che l’esistente può essere interpretato in diversi modi.

Nessun commento:

Posta un commento